Francesco Moser (ex ciclista, ora
imprenditore) Palù di Giovo (Trento)
29.7.1992
Intervista di Gianfranco Gramola
Un
grande atleta trentino con la passione per la politica e per la campagna
Francesco
Moser è nato a Palù di Giovo (Tn), il 19 giugno 1951. E’ stato un ciclista
italiano, tra i più affermati degli anni '70 e '80: con 273 vittorie su strada
risulta tutt'oggi il ciclista italiano con il maggior numero di successi, quinto
assoluto a livello mondiale. Soprannominato “ lo sceriffo ” per la sua
capacità di gestire il gruppo durante la corsa, passò al professionismo
nell’anno 1973, aggiudicandosi subito una tappa al Giro d'Italia. I primi
risultati importanti risalgono al 1975, quando vinse il Giro di Lombardia e
concluse settimo al Tour de France vincendo due tappe e la classifica riservata
ai giovani, dopo aver indossato la maglia gialla per 7 giorni: purtroppo quella
fu la sua unica partecipazione alla corsa francese. Poco adatto alle grandi
salite, Moser è stato comunque un corridore completo e polivalente: ottimo
crono man, ma capace di imporsi nelle più importanti gare in linea, di affrontare
le dure condizioni delle classiche del nord e di fronteggiare i velocisti in
volata. Nel 1984
a Città
del Messico riesce a battere il
record
dell'ora (massima distanza
percorsa in un'ora) che apparteneva da dodici anni a Eddy
Merckx. Grazie anche all'uso di
un rivoluzionario tipo di bicicletta con ruote
lenticolari, il 19
gennaio 1984 ha stabilito il
record dell'ora a 50,808 km, portandolo quattro giorni dopo a 51,151 km.
Tappe
sportive importanti
Ha
detto:
- Oggi
si sente parlare tanto di federalismo, quindi perché non anche nello sport
maggiore autonomia ai Comitati regionali?
- Ho
detto all’Associazione Mondiale dei Ciclisti che peggio di così non può
andare e bisogna che si diano una mossa. Dovrebbero denunciare chi tra loro fa
uso del doping.
- Se
la Fifa fosse andata con la stessa insistenza del ciclismo a richiedere i nomi
dei calciatori coinvolti nell’Operazione Puerto, che cosa sarebbe successo?
- Quando
correvo, anch’io ho fatto un paio di volte le emotrasfusioni. Ma allora era
lecito-
- Il
segreto di Palù di Giovo, il mio paese, è forse il segreto dell’intero
Trentino che ha più ciclisti della media nazionale, è che siamo abituati a
lavorare duro.
Curiosità
-
Grazie all’uso di un rivoluzionario tipo di bicicletta con ruote lenticolari,
il 19 gennaio del 1984 ha stabilito
il record dell’ora.
- E’
stato definito il signore delle ore, perché in quattro anni, dal 1984 al 1988,
ha stabilito cinque record dell’ora.
- Decimo
di dodici figli (uno dei quali è un frate francescano), è sposato con Carla
ed ha tre figli: Francesca, Carlo e Ignazio.
- Possiede
un agriturismo, una fabbrica di biciclette (ne vende quasi 7 mila all’anno),
è socio di una cava in Patagonia e a Gardolo di Mezzo (Tn) produce nel suo
maso di Villa Warth (14 ettari) circa
100 mila bottiglie l’anno di Chardonnay, Muller Thurgau e Cabernet. -
- Fa
politica nel partito autonomista trentino per cui è stato anche assessore e
consigliere regionale alla Cooperazione e assessore regionale al Turismo.
- E'
presidente dell'associazione corridori.
Intervista
Lo
incontro nel casolare del suo vigneto a Gardolo di Mezzo, una piccola frazione
sopra Trento.
Quando
sei stato a Roma la prima volta,
Francesco?
La
prima volta che sono andato a Roma è stato per le corse. Era il 1969 e l’anno
dopo si sono tornato per fare il militare. Stavo nella caserma – città “La
Cecchignola” e lì ho conosciuto Roma
come turista. I soliti itinerari turistici, cioè il Colosseo, Trinità dei
Monti, Pantheon, San Pietro, il centro storico, ecc…
Ma
Roma è o era la città più bella del mondo?
Soprattutto
era. Poi dire in assoluto qual è la città più bella del mondo è difficile.
Se Roma fosse tenuta un po’ meglio, magari, in tutta la sua grandezza sarebbe
una cosa bella e la città sarebbe ancora più bella.Ci sono degli angoli
stupendi e puliti, altri imbrattati e sporchi, monumenti in stato di degrado.
Direi che Roma non si possa definire la più bella, ma la più storica, si.
Il
monumento che più ti ha colpito?
Il
Colosseo per la sua grandezza e per la sua storia, ma piazza San Pietro mi ha
fatto un certo effetto, facendomi provare una grande emozione.
Come
ti sei trovato con la cucina romana?
Mi
piace molto la cucina romana. A parte che ormai la cucina è internazionale e si
mangia bene dappertutto. Chiaramente a Roma ho mangiato le specialità del
posto, quelle tipiche, cose che qui nel mio Trentino non si fanno, ossia la
carbonara e la matriciana che a Roma la fanno da Dio, carciofi alla giudea e poi
il resto.
E
in mezzo ai romani?
Non
conosco proprio bene i romani, a parte quelli che vedi nei film, cioè Alberto
Sordi, Carlo Verdone, Proietti e Montesano. In genere i romani sono piuttosto
aperti ed allegroni e questi sono
sicuramente dei grandi pregi. Poi i romani non è che abbiano quella gran voglia
di fare, di lavorare, perché essendo la Capitale, sono abituati ad andare da un
ufficio all’altro senza concludere tanto. Hanno un certo menefreghismo, quel
tirare a campare che è tipico dei romani.
Ti
piace la parlata romanesca?
Certo!
Anche perché è un dialetto facile da capire. Penso che sia il dialetto
italiano più capibile.
Hai
mai letto poesie romanesche?
No!
Poesie romanesche, no. Guardo spesso dei film dove ci sono degli attori romani,
quelli che ti ho detto prima e devo dire che mi diverto moltissimo.
La
piazza di Roma che ti ha colpito di più?
Sicuramente
piazza di Spagna e piazza del Campidoglio, perché sono stupende. Ma anche le
altre piazze romane sono belle ed hanno un qualcosa di fantastico, di fascino.
Se
il Governo avesse sede in un’altra città italiana, Roma sarebbe più amata?
E’
vero che Roma è un po’ odiata perché è la sede del Governo. I politici poi
non è che siano ben visti. Secondo me se a Roma non ci fosse il Governo,
sarebbe più amata.
Un
consiglio ai romani?
Che
ognuno cerchi di fare la sua parte, perché quando ci sono certe situazioni,
certi problemi, si aspetta che siano sempre gli altri a fare, a risolvere quello
che non va. Invece ognuno, nel suo piccolo, dovrebbe cercare di curare il suo
ambiente e questo sarebbe una gran bella cosa. Il problema di Roma è
sicuramente il traffico. Bisognerebbe far girare i romani in bicicletta, come
fanno i cinesi.
Come
sarà, Francesco, la Roma del 2000?
Sarà
uguale a quella di adesso o forse peggio se non si fa subito qualcosa per
migliorare la viabilità e se non si risolve il problema del traffico. E’
tutto un caos, basta andare a piazza Venezia o in certe arterie romane e ti
accorgi che Roma è sull’orlo del collasso. Non pensiamo poi all’inquinamento.
Quali
sono i romani famosi che apprezzi?
Mi
piace molto Manfredi, anche se non è romano doc. Mi piace Sordi, Gabriella
Ferri, Gigi Proietti e Montesano.
Com’è
nata la passione per il ciclismo?
E’
avvenuta un po’ per caso, perché anche i miei fratelli correvano e mi hanno
passato la passione e poi, vedendo che ci riuscivo bene, ho continuato con
impegno e serietà, ma sempre divertendomi.
La
tua più grande soddisfazione sportiva?
Il
Giro d’Italia e il record dell’ora e tutte le altre corse dove mi sono
piazzato bene.
Progetti?
Curo
la mia famiglia e i miei interessi e curo l’organizzazione del Giro
d’Italia.